Senza deviazione dalla norma il progresso non è possibile.I critici musicali sono persone che non sanno scrivere, che intervistano persone che non sanno parlare, per un pubblico che non sa leggere..Frank Zappa.. "Ogni generazione invecchiando vorrà vedere la propria gioventù musicale trasformata in mito e monumento"..Simon Reynolds..........
sabato 12 ottobre 2013
domenica 4 agosto 2013
sabato 3 agosto 2013
giovedì 1 agosto 2013
sabato 27 luglio 2013
sabato 20 luglio 2013
domenica 14 luglio 2013
sabato 13 luglio 2013
nessun limite alla demenza.. riporto da Repubblica...
L'ambulatorio del medico neonazista
con il busto di Hitler e i libri antisemiti
Gianantonio Valli, medico di base a Cuveglio, nel Varesotto, riceve i pazienti fra testi a articoli contro il 'flagello delle immigrazioni' e le 'lobby giudaiche'. E le riviste con i suoi articoli che negano l'Olocausto
Gianantonio Valli (dal sito syrianfreepress.net)
Per i cuvegliesi, Valli, 64 anni, origini valtellinesi, è il camice bianco “di fiducia”- termine con il quale si indica il medico di medicina generale che, per conto della sanità pubblica garantita dallo Stato, presta il primo livello di assistenza sul territorio. Per i camerati nazionalsocialisti e antisemiti Valli è invece e prima di tutto una camicia nera, e molto di più: è un autore (e pensatore) di riferimento. Uno degli ideologi, come ama definirsi lui, più prolifici nell’ambito della polemistica antisemita. Titoli di alcuni volumi al suo attivo: Colori e immagini del nazionalsocialismo, Holocaustica
Quando non è alle prese con visite, diagnosi e ricette, Valli dedica il suo tempo alla diffusione delle sue idee razziste e revisioniste. Collabora, fra le altre, con l’associazione Thule Italia e Olodogma (una biblioteca di testi revisionisti sulla 'Menzogna di Auschwitz'), scrive saggi e partecipa a convegni. Nell’estate 2012 è protagonista di un’aspra polemica con Stefano Gatti (rappresentante del Centro di documentazione ebraica contemporanea), polemica nata in seguito all’intervento dello stesso Valli a una manifestazione (14 luglio) in largo Cairoli a Milano in solidarietà con il popolo siriano. «Un comizio neonazista», scrisse Gatti su romaebraica.it. «Sono stato in Siria con la delegazione del governo italiano», raccontò al microfono Valli snocciolando le sue tesi contro il mondialismo e il potere politico-finanziario giudaico.
A chi lo accusa di essere nazista, offre una risposta che richiede come minimo una poltrona: «Sono compiutamente fascista, ovvero nazionalsocialista. Mi riconosco nel solco del realismo pagano (visione del mondo elleno-romana, machiavellico-vichiana, nietzscheana e infine compiutamente fascista)... e sono in radicale opposizione a ogni allucinazione filosofico-religiosa giudaica e giudaicodiscesa...». Questo è il Valli studioso. Poi c’è il dottor Valli, il medico. Come tutti i medici di famiglia riceve cinque giorni la settimana. Milletrecento pazienti in carico. Due locali in via Vidoletti, nel centro di Cuveglio. Ma il luogo di lavoro di Valli non è anonimo. Riflette le idee del medico.
E’ tutto lì, in bella mostra, incorniciato in sala d’aspetto e in sala visite. Il programma del Fronte nazionale di Franco Freda (movimento politico sciolto nel 2000 per decreto del ministero dell’Interno i cui componenti furono arrestati e condannati per ricostituzione del partito fascista e incitamento all'odio e alla discriminazione razziale); una collezione di articoli contro le invasioni degli immigrati che mettono a rischio la «razza europea»; un poster del Pd di Ravenna con «quattro negri» - sempre parole di Valli - e la scritta “l’Italia siamo noi”; una medaglia d’argento per la commemorazione di un combattente repubblichino di Cuveglio.
In sala d’aspetto, una bella pila di riviste “d’area” nazionalsocialista sono “a disposizione” dei pazienti malati. Alcune: Thoule Italia, un’associazione revisionista che diffonde «idee scomode»; Olodogma, «biblioteca di testi revisionisti sulla 'Menzogna di Auschwitz'» dove trovano spazio pagine tipo “Auschwitz spa, industria dell’Olocausto dal 1945” corredata dalla foto di una nave rovesciata su un fianco e la scritta “affondata”.
E poi i busti: alcuni pazienti giurano che Valli ha sempre fatto bella mostra di quello di Mussolini, lui nega e dice che «ho solo quello di Hitler e adesso l’ho messo al piano sopra, in biblioteca». Che cosa tutto questo ci azzecchi con la medicina generale e con il Servizio sanitario nazionale è ancora da scoprire. Qualcuno si è lamentato per gli arredi dello studio del medico antisemita e per la sfacciata ostentazione delle sue idee razziste e xenofobe. Gennaro Gatto, Osservatorio democratico sulle Nuove destre di Varese, ha segnalato il caso.
Lui, Valli, non sembra preoccupato. «Non mi sono mai nascosto, ho le mie idee». Uno abituato a risultare “scomodo”. Prima ancora dello scambio di accuse con Stefano Gatti (Centro di documentazione ebraica contemporanea), le cronache locali lo avevano visto contrapporsi a Romeo Ciglia, ex sindaco di Cuveglio. Anche qui tutto era partito dall’esuberanza cameratesca di Valli. Forse aveva ragione Ippocrate: «E’ dovere del medico analizzare attentamente le cose sgradevoli e avere a che fare con le cose ripugnanti».
mercoledì 10 luglio 2013
lunedì 8 luglio 2013
martedì 2 luglio 2013
giovedì 20 giugno 2013
giovedì 7 marzo 2013
martedì 26 febbraio 2013
domenica 24 febbraio 2013
lunedì 18 febbraio 2013
domenica 17 febbraio 2013
macchinetta beige
Stiamo parlando dell'estate del 77; a Londra il punk impazza, demolendo quel che rimane della musica "rock".
A Bologna è stato un anno difficile, complesso, drammatico e gioioso, luttuoso e luminoso, decisivo(credevo), per la mia crescita. In questa pagina però non scriverò di nulla di tutto ciò:niente discorsi "alti", niente
descrizioni di grandi momenti e movimenti storici, culturali o politici.
Qui parlerò solo di una macchinetta beige, una dyane 6, per la precisione, e di come mi abbia accompagnato in un viaggio,anzi, nel viaggio..
L'avevo comprata,bè,diciamola tutta,me l' aveva comprata mio padre, l'anno prima...usata, beige, era esattamente quello che desideravo.
Estate 77, con un paio di amici decidiamo di partire per un viaggio avventuroso:Spagna,Portogallo,Marocco e ritorno, per un totale di 5000 km minimo, da percorrere in 40 giorni circa.
L'organizzazione era quantomeno approssimativa, considerato che io nemmeno sapevo che l'auto era priva di radiatore, e che solo al ritorno mi accorsi di non avere il crick ; ma tant'è, l'entusiasmo sopperiva.
Partiti da Milano, scollinammo sulle Alpi, sotto una pioggia battente e continua, per giungere, la prima sera, in quel di Avignone.
La città era splendida,con le sue mura a cingerla tutta, e l'atmosfera straordinaria, per via del festival del teatro,ma..c'era un ma..
Non ci riuscì di trovare un posto purchessia per trascorrere la notte, per cui dormimmo,in 3, nell'auto...
La mattina dopo, a pezzi, raggiungemmo Barcellona, dopo aver attraversato la camargue, meravigliosa.
Mm, sto pensando però che questo,così strutturato, rischia di diventare il patetico racconto di un ultracinquantenne che rimembra, tristemente,i suoi 20 anni, e che,in fondo, un diario di viaggio non è quello che voglio scrivere, per cui...
per cui vi dico solo che la macchinetta beige mi/ci trasportò in giro per tutta la Spagna, fu con me all'ingresso di Lisbona, quando il ponte sul Taro si unisce all'oceano, e vidi uno degli spettacoli più belli possibili; fu con me quando vedemmo, annusammo e calpestammo l'Africa, fra i monti dell'Atlante, davanti alle moschee di Fes, e poi di nuovo in Spagna, nel deserto andaluso, fra le chiese arabeggianti di Siviglia, o sul mare di Valencia, su su fino a casa..e mai che la macchinetta mi/ci abbia tradito, sempre spedita, sempre pronta a raggiungere la meta successiva, sempre presente.
L'ho portata con me ancora per dieci anni, e ricordo ancora quando l'ho lasciata...è retorico,lo so, ma quel giorno ho capito che la mia vita stava cambiando..e mi è sembrato di tradirla...
questa piccolissima cosa la dedico a Sergio...
A Bologna è stato un anno difficile, complesso, drammatico e gioioso, luttuoso e luminoso, decisivo(credevo), per la mia crescita. In questa pagina però non scriverò di nulla di tutto ciò:niente discorsi "alti", niente
descrizioni di grandi momenti e movimenti storici, culturali o politici.
Qui parlerò solo di una macchinetta beige, una dyane 6, per la precisione, e di come mi abbia accompagnato in un viaggio,anzi, nel viaggio..
L'avevo comprata,bè,diciamola tutta,me l' aveva comprata mio padre, l'anno prima...usata, beige, era esattamente quello che desideravo.
Estate 77, con un paio di amici decidiamo di partire per un viaggio avventuroso:Spagna,Portogallo,Marocco e ritorno, per un totale di 5000 km minimo, da percorrere in 40 giorni circa.
L'organizzazione era quantomeno approssimativa, considerato che io nemmeno sapevo che l'auto era priva di radiatore, e che solo al ritorno mi accorsi di non avere il crick ; ma tant'è, l'entusiasmo sopperiva.
Partiti da Milano, scollinammo sulle Alpi, sotto una pioggia battente e continua, per giungere, la prima sera, in quel di Avignone.
La città era splendida,con le sue mura a cingerla tutta, e l'atmosfera straordinaria, per via del festival del teatro,ma..c'era un ma..
Non ci riuscì di trovare un posto purchessia per trascorrere la notte, per cui dormimmo,in 3, nell'auto...
La mattina dopo, a pezzi, raggiungemmo Barcellona, dopo aver attraversato la camargue, meravigliosa.
Mm, sto pensando però che questo,così strutturato, rischia di diventare il patetico racconto di un ultracinquantenne che rimembra, tristemente,i suoi 20 anni, e che,in fondo, un diario di viaggio non è quello che voglio scrivere, per cui...
per cui vi dico solo che la macchinetta beige mi/ci trasportò in giro per tutta la Spagna, fu con me all'ingresso di Lisbona, quando il ponte sul Taro si unisce all'oceano, e vidi uno degli spettacoli più belli possibili; fu con me quando vedemmo, annusammo e calpestammo l'Africa, fra i monti dell'Atlante, davanti alle moschee di Fes, e poi di nuovo in Spagna, nel deserto andaluso, fra le chiese arabeggianti di Siviglia, o sul mare di Valencia, su su fino a casa..e mai che la macchinetta mi/ci abbia tradito, sempre spedita, sempre pronta a raggiungere la meta successiva, sempre presente.
L'ho portata con me ancora per dieci anni, e ricordo ancora quando l'ho lasciata...è retorico,lo so, ma quel giorno ho capito che la mia vita stava cambiando..e mi è sembrato di tradirla...
questa piccolissima cosa la dedico a Sergio...
giovedì 7 febbraio 2013
martedì 5 febbraio 2013
lunedì 28 gennaio 2013
martedì 15 gennaio 2013
martedì 8 gennaio 2013
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