giovedì 22 dicembre 2011

questa è la recensione( meglio, il commento) de" The future is unwritten", che ho scritto per il blog dell'amico Robidick

IL FUTURO NON E' SCRITTO...JULIAN TEMPLE









Parlare di qualcosa, in questo caso un film, che parli di Joe Strummer, Joe “ lo strimpellatore”, mi riesce tutto sommato abbastanza difficile, nel senso che il rischio di cadere in una retorica celebrativa è quasi, come dire, automatico.

D'altronde non potrebbe nemmeno essere troppo diverso, dato che si tratta di un personaggio che mi ha accompagnato in un momento importante della mia crescita, una sorta di simbolo per quello che riguardava l'approccio alla musica, e all'etica stessa della musica.

Comunque sia, ho accettato con molta gioia l'invito di Robi e butto giù un po' di pensieri sparsi su questa opera di Julian Temple, regista ultraspecializzato in film che riguardano la storia della musica, specialmente punk et similia.

Innanzitutto, direi che siamo di fronte a un documentario, più che a un film..e questa scelta documentaristica la condivido pienamente; non mi piacciono molto, infatti, i film sulla vita di artisti in cui un attore interpreta la rockstar di turno.

Il documentario, usando come filo conduttore la vita di Joe, ci mostra quella che era la società dagli anni 50 fino alla sua morte, nel 2002..lo fa utilizzando la voce fuori campo di Joe, o la voce di un narratore, mediante interviste a personaggi più o meno famosi, e attraverso i ricordi degli amici del protagonista, il tutto mentre scorrono immagini dell'epoca, o scene prese da vecchi film e usate come citazioni (tra tutte, le più frequenti sono 1984 e La fattoria degli animali di orwelliana memoria)..

Ma andiamo con ordine...che figura umana esce dal racconto degli amici, dalle cronache del periodo?Quella di un uomo estremamente determinato, immerso nel suo tempo, che ha saputo cogliere le istanze di novità, sia musicali che sociali, che quegli anni portavano in sé.

Vediamo quindi un piccolo, giovane teppistello, segnato da drammi familiari( il suicidio del fratello maggiore il più dirompente), abbandonare prestissimo la famiglia e immergersi nel mondo, alla ricerca di un proprio stile musicale...l'attenzione al sociale è già evidente, tanto che per anni Joe si farà chiamare Woody, in onore di Woody Guthrie, il grande sindacalista cantatutore americano..sono gli anni in cui Joe vive, quasi come un hippy, in una sorta di comune..

ma questo non può bastare, Joe sente nell'aria che c'è bisogno di un cambiamento, e l'adesione al punk, dopo aver assistito a un concerto dei sex pistols, è assoluta e totale..da lì nasceranno i Clash, con tutto quel che ne segue e che ben conosciamo....

Non mi dilungo qui sulla cronaca di quegli anni, fatta di grandi successi, di contrasti sfociati nella fine della band, o sugli anni seguenti, quasi di ritiro, fino al ritorno coi Mescaleros..quello che mi preme dire è solo che viene fuori la figura di un uomo profondamente desideroso di capire,..di capire le altre culture, di mescolarsi a esse...il tutto mostrato secondo me splendidamente, fra immagini d'epoca, interviste, stralci di telegiornali, in modo da ricreare esattamente quella che era la situazione del periodo..

E poi..i falò....ho trovato molto bella, molto suggestiva, quasi struggente, le immagini dei falò, che accompagnano lo spettatore per tutto il film, trasversalmente.

Joe amava i falò..ritrovarsi, parlare, bere, suonare..e con questo spirito è emozionate vedere tutti i suoi amici riuniti attorno a un fuoco, che parlano di lui..niente di retorico, niente che induca alla lacrimuccia facile..solo un ricordo di una persona, fatto con molto pudore , con molto amore, con molta emozione..e allora vedi insieme amici di gioventù, vedi personaggi famosi come Jim Jarmusch, o Steve Buscemi, o John Cusack, che ricordano una persona, un musicista, che bene o male ha segnato un periodo..

Insomma, che abbiate o no amato Joe Strummer, questo è di certo un film-documentario da vedere..e vi lascio con le parole di Joe che chiudono il film..



“ E ora vorrei dire che la gente può cambiare qualsiasi cosa se vuole e intendo qualsiasi cosa al mondo. La gente corre segue i suoi piccoli binari..io sono uno di loro. Ma dobbiamo smettere di seguire i nostri miseri binari. La gente può fare qualsiasi cosa, è una cosa che iniziando a imparare. La gente là fuori si fa del male a vicenda; è perchè è stata disumanizzata..è ora di riportare al centro l'umanità e di seguirla per un pò

..l'avidità non porta da nessuna parte, dovrebbero scriverlo su un grande cartellone a Times Square

SENZA GLI ALTRI NON SIAMO NIENTE

questo è quello che penso





Spero vi sia venuta voglia di vederlo...male che vada, sentirete tanta buona musica...

9 ANNI...


sono 9 anni e ricordarlo è giusto, dovuto, e sentito..cominciamo con un cameo..da " ho affittato un killer" di Aki Kaurismaki...

mercoledì 21 dicembre 2011

sabato 10 dicembre 2011


il film di oggi è un classico di quel che fu "il western alternativo..."