domenica 17 febbraio 2013

macchinetta beige

Stiamo parlando dell'estate del 77; a Londra il punk impazza, demolendo quel che rimane della musica "rock".
A Bologna è stato un anno difficile, complesso, drammatico e gioioso, luttuoso e luminoso, decisivo(credevo), per la mia crescita. In questa pagina però non scriverò di nulla di tutto ciò:niente discorsi "alti", niente
descrizioni di grandi momenti e movimenti storici, culturali o politici.
Qui parlerò solo di una macchinetta beige, una dyane 6, per la precisione, e di come mi abbia accompagnato in un viaggio,anzi, nel viaggio..
L'avevo comprata,bè,diciamola tutta,me l' aveva comprata mio padre, l'anno prima...usata, beige, era esattamente quello che desideravo.
Estate 77, con un paio di amici decidiamo di partire per un viaggio avventuroso:Spagna,Portogallo,Marocco e ritorno, per un totale di 5000 km minimo, da percorrere in 40 giorni circa.
L'organizzazione era quantomeno approssimativa, considerato che io nemmeno sapevo che l'auto era priva di radiatore, e che solo al ritorno mi accorsi di non avere il crick ; ma tant'è, l'entusiasmo sopperiva.
Partiti da Milano, scollinammo sulle Alpi, sotto una pioggia battente e continua, per giungere, la prima sera, in quel di Avignone.
La città era splendida,con le sue mura a cingerla tutta, e l'atmosfera straordinaria, per via del festival del teatro,ma..c'era un ma..
Non ci riuscì di trovare un posto purchessia per trascorrere la notte, per cui dormimmo,in 3, nell'auto...
La mattina dopo, a pezzi, raggiungemmo Barcellona, dopo aver attraversato la camargue, meravigliosa.
Mm, sto pensando però che questo,così strutturato, rischia di diventare il patetico racconto di un ultracinquantenne che rimembra, tristemente,i suoi 20 anni, e che,in fondo, un diario di viaggio non è quello che voglio scrivere, per cui...
per cui vi dico solo che la macchinetta beige mi/ci trasportò in giro per tutta la Spagna, fu con me all'ingresso di Lisbona, quando il ponte sul Taro si unisce all'oceano, e vidi uno degli spettacoli più belli possibili; fu con me quando vedemmo, annusammo e calpestammo l'Africa, fra i monti dell'Atlante, davanti alle moschee di Fes, e poi di nuovo in Spagna, nel deserto andaluso, fra le chiese arabeggianti di Siviglia, o sul mare di Valencia, su su fino a casa..e mai che la macchinetta mi/ci abbia tradito, sempre spedita, sempre pronta a raggiungere la meta successiva, sempre presente.
L'ho portata con me ancora per dieci anni, e ricordo ancora quando l'ho lasciata...è retorico,lo so, ma quel giorno ho capito che la mia vita stava cambiando..e mi è sembrato di tradirla...

questa piccolissima cosa la dedico a Sergio...